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Laboratorio aperto di Forlì

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L'Asilo Infantile Santarelli ha una lunga storia nelle istituzioni della società forlivese ed per i suoi cittadini. Nato, in altra sede, come primo asilo laico della città e forse della Romagna, nel 1862 con un azionariato composto dal Comune di Forlì, la Congregazione di Carità e la Cassa dei Risparmi locale, fu trasferito nel 1879 in via Caterina Sforza, nell'ex Convento di Santa Maria in Valverde e da iniziale asilo di custodia e istituto di carità per i figli dei poveri si trasformò in scuola materna propedeutica alla scuola elementare. Il fatiscente edificio conventuale fu demolito per lasciare posto ad un nuovo asilo progettato dall'ingegnere Guido Savini di Rimini, inaugurato nel 1937, che ora si presenta a noi nella sua quasi integrità iniziale, ad eccezione della sopraelevazione del porticato eseguita nel 1970 per creare un dormitorio diurno dei bambini. Molti forlivesi delle generazioni succedutesi dagli anni trenta del '900 fino al 2011 hanno frequentato l'Asilo Santarelli. Nel 2011 per esigenze economiche connesse agli alti costi di gestione della struttura ed allo sbilanciato rapporto costo/alunno rispetto a strutture moderne, alle mutate esigenze pedagogico-educative fortemente variate e non armonizzabili con i grandi spazi e le grandi altezze delle aule, oltre ad essere "fuori scala" rispetto agli attuali standard dimensionali attribuiti dalla normativa vigente, si è giunti alla chiusura dell'asilo.

In attesa della fine dei lavori di riqualificazione, nel 2019 il Laboratorio aperto ha avviato le attività in una sede provvisoria, proponendo soprattutto ai giovani la possibilità di esplorare nuove tecnologie di realtà virtuale e aumentata attraverso percorsi di formazione. Nelle attività del Laboratorio aperto sono coinvolti professionisti, cittadini, scuole, innovatori, startupper, con l'obiettivo di sviluppare progetti innovativi destinati alla valorizzazione del patrimonio architettonico, culturale e storico della città, insieme con una piena cittadinanza digitale.